Quando il dolore è forte, comincia a prendere possesso del tuo corpo.
Il tuo corpo diventa suo.
Lo rattrappisce, lo contrae. Ne fa l’origine e la destinazione di impulsi pungenti. Lo fa a volte bruciare, a volte sentire come chiuso in in blocco di cemento. I tuoi stessi nervi lo fanno friggere.
Giorno dopo giorno ne rivendica il possesso e quando capisce che tu con le tue cento medicine non riesci a renderlo silenzioso, allora mira più in alto e dà l’assalto alla tua mente.
Prendi presto coscienza del fatto che la tua mente resta l’ultimo baluardo prima della sconfitta: la disperazione. Tu che conoscevi la vulnerabilità della tua mente ma anche il suo potere ora ti trovi in un passaggio minaccioso e oscuro. Cerchi una via anche là dove il corpo non ce la fa più ed il medico da cui vai implorando un aiuto allarga le braccia.
Poi cominci a intravvedere il primo e più importante passaggio: l’accettazione.
Devi rispettare la realtà senza combatterla. Porsi domande come “perchè a me” o “cosa ho fatto per meritarmi tutto questo” ti portano solo inutile angoscia.
La realtà, il dolore non vanno combattuti. Vanno accettati. Persino rispettati. Quando si è passati dalla porta dell’accettazione, allora può cominciare un nuovo cammino.